I Marvanza Reggae Sound si sforzano di rompere con la loro musica un silenzio che, soprattutto tra i giovani, appare disarmante, decidendo di dire “no” alla violenza e al degrado sociale. Nei loro testi si alternano le grida di protesta di un’intera terra e l’attenzione verso temi sociali di indubbia importanza: la questione meridionale, la fuga dei cervelli, le dinamiche di potere, il razzismo, lo sfruttamento sociale, il lavoro nero e la disuguaglianza economico ma di riflesso inneggiano anche ai valore positivi dell’amore, dell’amicizia e della condivisione. Da buoni eredi, della filosofia del monaco calabrese Tommaso Campanella scritta nel libro la “Citta del sole” (1602); i Marvanza prendono la sua lezione e ci costruiscono un fil rouge che lega tutte le loro canzoni, che è la voglia di vivere in un mondo privo da “ingiustizie sociali”, appunto un mondo utopico. Con un taglio ironico e satirico, le loro canzoni uniscono l’italiano con strofe più incisive e ritmiche in dialetto calabrese dentro melodie reggae muffin e la dance hall.